NON RIESCO A DORMIRE NON C'E' LUCE, PUSHKIN

08.10.2013 00:06

 

Non riesco a dormire, non c'è luce;

Dappertutto la tenebra e il sonno fastidioso.

Solo il ticchettio monotono del' orologio

risuona vicino a me,

Il balbettio volgare della Parca,

Il tremito della notte dormiente,

L'affaccendarsi, come un topo, della vita…

Perché mi turbi?

Che cosa significhi, noioso sussurro?

Rimprovero o protesta

Del giorno da me perduto?

Che cosa vuoi da me?

Mi chiami o predici qualcosa?

Io ti voglio capire,

In te cerco un senso…

 
In quest' opera Pushkin esprime l' angoscia di un uomo, che di notte non riesce ad addromentarsi. La poesia rappresenta magistralmente quello stato d'animo pensieroso tipico della notte, quando i pensieri si rivolgono contemporaneamente al passato e al futuro (Rimprovero o Protesta / Del giorno da me perduto , e Mi chiami o predici qualcosa?) nel tentativo di tirare le somme della propria esistenza. Quando il poeta è solo nel buio della notte, il sussurro del destino diventa udibile e lo agita, perchè il suo messaggio è incomprensibile. L'io lirico dell' autore capisce l'importanza di questo sussurro esistenziale, che è la metafora di un interiore travaglio dell'anima, ma non riesce in alcun modo a comprenderne il significato. Proprio questa incomprensione e questa paura dell'ignoto non gli permettono di dormire. 
La metafora, nella quale il ticchettio dell'orologio viene paragonato al "balbettio della Parca", esprime vivacemente il turbamento, causato dallo scorrere del tempo. La figura della vecchia Parca, che cuce il destino dell'uomo, non può non causare un'impressione di pesantezza e oppressione.
Questa poesia sorprende con la sua attualità: il sentimento di inutilità della vita (L' affaccendarsi, come un topo, della vita) e l'incapacità dell'uomo di trovare un senso in essa rappresentano dei problemi diffusi ai giorni nostri.
Allo stesso modo, l'opera di Pushkin appare attuale anche da un punto di vista clinico: attualmente l'insonnia è uno dei disturbi nervosi più diffusi.